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lunedì 21 marzo 2016

GIORNATA DI STUDIO SULLA KASHRUTH . Napoli, 26 novembre 2015



L’alimentazione kasher si sta diffondendo nel mondo. Negli USA in tutti i supermercati si trovano prodotti kasher, non più appannaggio dei soli ebrei ma acquistati da un numero sempre crescente di consumatori, che li scelgono non per motivi religiosi ma per motivi che riguardano la sicurezza alimentare, garantita dai servizi di controllo e tracciabilità dei prodotti kasher.
In questa ottica il 26 novembre, presso la sede della Facoltà di Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli, si è tenuto un convegno sulla Kashruth e le regole di macellazione ebraica. Questo incontro è dovuto a una collaborazione nata lo scorso anno tra l’Università di Napoli e la Comunità Ebraica rappresentata da Rav Shalom Bahbout, allora Rabbino Capo di Napoli e attualmente Rabbino Capo di Venezia. Come ha precisato la Prof. Mercogliaro, l’incontro è inserito in un corso di Legislazione Sanitaria che, partendo dalla macellazione rituale, vuole affrontare lo studio delle regole alimentari ebraiche. È stato spiegato che l’Italia e l’Europa hanno aderito ad un protocollo d’intesa con la comunità ebraica per quanto concerne la macellazione rituale, legiferando sull’argomento e riconoscendo l’importanza di tali regole da un punto di vista sanitario. Questo secondo incontro nasce in collaborazione con l’Associazione Dieta Mediterranea e con le Facoltà di Farmacia e di Medicina.
In questo contesto si è avuto un primo intervento di Rav Yshai Hochman, rappresentante della potente organizzazione O. U. (Orthodox Union). Rav Hochman ha descritto la macellazione degli animali permessi e il controllo degli organi interni; ha messo in luce il fatto che il rigore della legge che regola scrupolosamente le modalità di macellazione e di trasformazione delle carni garantisce la credibilità dei marchi certificati kasher presso una fascia sempre più ampia di consumatori sensibili ad un’alimentazione sana e controllata.
Rav Shalom Bahbout nel suo intervento ha precisato che consumare carne non significa farne abuso: l’ebraismo è anche un’etica morale che ci insegna a rispettare l’animale evitando la sua sofferenza, che potrebbe essere generata ad esempio da cattive condizioni di allevamento o da un’alimentazione forzata. Il Talmud a tal proposito ci insegna che bisogna limitare il consumo di carne a una volta a settimana, limitando così il numero di animali macellati. Rav Bahbout ha ribadito che quando uccide un animale e quando mangia della sua carne l’ebreo è tenuto a recitare una benedizione: questo serve a far riflettere l’uomo, a far sì che non abusi del dono che haShem gli ha concesso. Il Rav ha concluso dicendo che il rispetto che l’ebraismo insegna verso il mondo animale deve servire a far nascere in noi anche un maggior rispetto per gli esseri umani. Il versamento del sangue dell’animale è vissuto come qualcosa di negativo e la sua vista dovrebbe essere per noi monito a non versare quello dei nostri simili.


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