L’alimentazione kasher si sta diffondendo nel mondo. Negli
USA in tutti i supermercati si trovano prodotti kasher, non più appannaggio dei
soli ebrei ma acquistati da un numero sempre crescente di consumatori, che li
scelgono non per motivi religiosi ma per motivi che riguardano la sicurezza
alimentare, garantita dai servizi di controllo e tracciabilità dei prodotti
kasher.
In questa ottica il 26 novembre, presso la sede della
Facoltà di Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli, si è tenuto un
convegno sulla Kashruth e le regole di macellazione ebraica. Questo incontro è
dovuto a una collaborazione nata lo scorso anno tra l’Università di Napoli e la
Comunità Ebraica rappresentata da Rav Shalom Bahbout, allora Rabbino Capo di
Napoli e attualmente Rabbino Capo di Venezia. Come ha precisato la Prof.
Mercogliaro, l’incontro è inserito in un corso di Legislazione Sanitaria che,
partendo dalla macellazione rituale, vuole affrontare lo studio delle regole
alimentari ebraiche. È stato spiegato che l’Italia e l’Europa hanno aderito ad
un protocollo d’intesa con la comunità ebraica per quanto concerne la
macellazione rituale, legiferando sull’argomento e riconoscendo l’importanza di
tali regole da un punto di vista sanitario. Questo secondo incontro nasce in collaborazione
con l’Associazione Dieta Mediterranea e con le Facoltà di Farmacia e di
Medicina.
In questo contesto si è avuto un primo intervento di Rav
Yshai Hochman, rappresentante della potente organizzazione O. U. (Orthodox
Union). Rav Hochman ha descritto la macellazione degli animali permessi e il
controllo degli organi interni; ha messo in luce il fatto che il rigore della
legge che regola scrupolosamente le modalità di macellazione e di
trasformazione delle carni garantisce la credibilità dei marchi certificati
kasher presso una fascia sempre più ampia di consumatori sensibili ad
un’alimentazione sana e controllata.
Rav Shalom Bahbout nel suo intervento ha precisato che
consumare carne non significa farne abuso: l’ebraismo è anche un’etica morale
che ci insegna a rispettare l’animale evitando la sua sofferenza, che potrebbe
essere generata ad esempio da cattive condizioni di allevamento o da
un’alimentazione forzata. Il Talmud a tal proposito ci insegna che bisogna
limitare il consumo di carne a una volta a settimana, limitando così il numero
di animali macellati. Rav Bahbout ha ribadito che quando uccide un animale e
quando mangia della sua carne l’ebreo è tenuto a recitare una benedizione:
questo serve a far riflettere l’uomo, a far sì che non abusi del dono che
haShem gli ha concesso. Il Rav ha concluso dicendo che il rispetto che
l’ebraismo insegna verso il mondo animale deve servire a far nascere in noi
anche un maggior rispetto per gli esseri umani. Il versamento del sangue
dell’animale è vissuto come qualcosa di negativo e la sua vista dovrebbe essere
per noi monito a non versare quello dei nostri simili.
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