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lunedì 5 settembre 2016

RICORDO DI ERMANNO CESANA - di Ciro Moses D'Avino



Chi ha conosciuto Ermanno Cesana lo ricorderà come una persona sincera. Vivace, irrequieto, cittadino del mondo, col suo accento bolognese, particolare e pittoresco, aveva una sua personale visione della vita e del sentirsi ebreo che lo rendeva unico.
Trasferitosi a Napoli circa 30 anni fa si è subito integrato nella nostra Comunità insieme a sua moglie, la sig. Maria Luisa Palmieri.
Persona discreta, ha mantenuto sempre una certa riservatezza sul suo passato e su quello della sua famiglia. Molti di noi erano già a conoscenza della tragica storia di suo fratello Franco, quel partigiano bambino morto a soli 13 anni durante un rastrellamento tedesco e insignito con medaglia di bronzo alla memoria. Ma la cosa che mi ha sorpreso è stata la scoperta che anche Ermanno e suo fratello Lelio facevano parte della brigata partigiana Garibaldi ed anche lui è stato insignito di una medaglia al valore: in un’azione contro i Tedeschi fu catturato, ma riuscì a fuggire sottraendo 400 documenti d’identità in bianco.
Oggi voglio ricordare con profonda stima ed affetto questo piccolo grande uomo, testimonianza del coinvolgimento degli ebrei italiani alla lotta partigiana per la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazifascista.
Noi tutti Ebrei napoletani siamo stati orgogliosi di aver avuto Ermanno come membro della nostra comunità. La sua figura di uomo apparentemente fragile rispecchia l’immagine del popolo d’Israele, piccolo tra le nazioni ma grande per i meriti e la forza.