Il 17
novembre è stata intitolata nel Borgo degli Orefici una strada a nome di
Luciana Pacifici, la più giovane vittima della shoah napoletana. La bimba era
nata a Napoli il 23 maggio 1943 e subì a soli 8 mesi di vita, nel gennaio del
1944, la deportazione con tutta la sua famiglia al campo di sterminio di
Auschwitz. Insieme a lei furono deportati suo padre Loris Pacifici, sua madre
Elda Procaccia, suo nonno Amedeo Procaccia (shammash del tempio di Napoli) sua
nonna Iole Benedetti, suo zio Aldo Procaccia, sua zia Milena Modigliani, suo
cugino Paolo Procaccia di 1 anno e suo zio Sergio Oreste Molco, marito di
Ivonne Procaccia, unica superstite dell’intera famiglia insieme al figlioletto
Renato. Il convoglio su cui viaggiavano arrivò a destinazione il 6 febbraio del
1944; la constatazione che il nome della madre di Luciana risulta nell’elenco
delle donne che avevano superato la selezione all’arrivo sulla juden ramp è la
prova che la piccola era morta durante il viaggio nel vagone piombato.
La
targa con cui la strada è stata dedicata alla piccola Luciana ha sostituito
quella in memoria di Gaetano Azzariti, giurista fascista che nel 1938 aderì al
Manifesto della Razza diventandone il presidente. Dopo la seconda guerra
mondiale, Azzariti riabilitato aveva ricoperto la carica di presidente della
Corte Costituzionale negli anni 1957-67. Nel gennaio del 2014, durante le
celebrazioni per la Giornata della Memoria, Nico Pirozzi, giornalista, storico
e coordinatore del progetto Memoriale, porta a conoscenza dell’opinione
pubblica la vera storia di Gaetano Azzariti e intraprende una campagna di
sensibilizzazione per cambiare il nome della strada. Questo suo progetto ha
avuto esito favorevole e con gran gioia il consiglio della Seconda Municipalità
di Napoli ha permesso la rimozione della targa a nome del gerarca fascista, che
gettava un’ombra sui valori di libertà, tolleranza e accoglienza propri del
popolo partenopeo.
Sono
intervenuti alla cerimonia il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il
Presidente della Comunità Ebraica Lydia Schapirer, l’Assessore alla Cultura Nino
Danieli, il Rabbino Capo di Napoli Dott. Umberto Piperno, il giornalista Nico Pirozzi,
i rappresentanti della Seconda Municipalità, alcuni membri della famiglia Procaccia.
È da sottolineare che non è dovuto al caso se l’evento si è svolto in questa
data, in quanto in questo stesso giorno, il 17 novembre del 1938, venivano
promulgate le Leggi Razziali, dando inizio alla discriminazione di una parte
del popolo italiano.
Questa lapide,
per gli ebrei napoletani sarà uno “Zachor” ricordo, un piccolo memoriale della
shoah. Il mare che bagna Napoli è un ponte verso i popoli del Mediterraneo e
quindi questo evento non resta limitato alla storia di questa città ma assume
un valore più, alto trasformandosi in un grande messaggio di fratellanza e
amore.
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