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lunedì 21 marzo 2016

VIA LUCIANA PACIFICI - Napoli, 17 novembre 2015



Il 17 novembre è stata intitolata nel Borgo degli Orefici una strada a nome di Luciana Pacifici, la più giovane vittima della shoah napoletana. La bimba era nata a Napoli il 23 maggio 1943 e subì a soli 8 mesi di vita, nel gennaio del 1944, la deportazione con tutta la sua famiglia al campo di sterminio di Auschwitz. Insieme a lei furono deportati suo padre Loris Pacifici, sua madre Elda Procaccia, suo nonno Amedeo Procaccia (shammash del tempio di Napoli) sua nonna Iole Benedetti, suo zio Aldo Procaccia, sua zia Milena Modigliani, suo cugino Paolo Procaccia di 1 anno e suo zio Sergio Oreste Molco, marito di Ivonne Procaccia, unica superstite dell’intera famiglia insieme al figlioletto Renato. Il convoglio su cui viaggiavano arrivò a destinazione il 6 febbraio del 1944; la constatazione che il nome della madre di Luciana risulta nell’elenco delle donne che avevano superato la selezione all’arrivo sulla juden ramp è la prova che la piccola era morta durante il viaggio nel vagone piombato.
La targa con cui la strada è stata dedicata alla piccola Luciana ha sostituito quella in memoria di Gaetano Azzariti, giurista fascista che nel 1938 aderì al Manifesto della Razza diventandone il presidente. Dopo la seconda guerra mondiale, Azzariti riabilitato aveva ricoperto la carica di presidente della Corte Costituzionale negli anni 1957-67. Nel gennaio del 2014, durante le celebrazioni per la Giornata della Memoria, Nico Pirozzi, giornalista, storico e coordinatore del progetto Memoriale, porta a conoscenza dell’opinione pubblica la vera storia di Gaetano Azzariti e intraprende una campagna di sensibilizzazione per cambiare il nome della strada. Questo suo progetto ha avuto esito favorevole e con gran gioia il consiglio della Seconda Municipalità di Napoli ha permesso la rimozione della targa a nome del gerarca fascista, che gettava un’ombra sui valori di libertà, tolleranza e accoglienza propri del popolo partenopeo.
Sono intervenuti alla cerimonia il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il Presidente della Comunità Ebraica Lydia Schapirer, l’Assessore alla Cultura Nino Danieli, il Rabbino Capo di Napoli Dott. Umberto Piperno, il giornalista Nico Pirozzi, i rappresentanti della Seconda Municipalità, alcuni membri della famiglia Procaccia. È da sottolineare che non è dovuto al caso se l’evento si è svolto in questa data, in quanto in questo stesso giorno, il 17 novembre del 1938, venivano promulgate le Leggi Razziali, dando inizio alla discriminazione di una parte del popolo italiano.
Questa lapide, per gli ebrei napoletani sarà uno “Zachor” ricordo, un piccolo memoriale della shoah. Il mare che bagna Napoli è un ponte verso i popoli del Mediterraneo e quindi questo evento non resta limitato alla storia di questa città ma assume un valore più, alto trasformandosi in un grande messaggio di fratellanza e amore.

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