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sabato 4 febbraio 2017

CHANUKKKAH NEL MERIDIONE - di Ciro Moses D'Avino



Quest’anno l’inizio di Chanukkah, festa delle luci, è coinciso con il Natale e questo ci ha offerto la possibilità di condividerla con le altre fedi, in modo da dare una valenza nuova a questa antica festa. Festa di liberazione dalla dominazione greca sulla terra di Israele, avvenuta con la rivolta capeggiata da Yehudah il Maccabeo, è l’affermazione della nostra ebraicità che lotta contro l’assimilazione alle altre culture, l’ellenizzazione contemporanea.
La Comunità di Napoli quest’anno ha celebrato l’evento religioso in diverse località di sua pertinenza territoriale con modalità diverse.
A Palermo l’accensione è avvenuta il 28 dicembre a Palazzo Steri, che fu sede dell’inquisizione. L’accensione della lampada è appositamente avvenuta in questo luogo chiuso e buio, dove tanti marrani sono stati incarcerati e torturati, per simboleggiare l’oscurantismo e l’oppressione di cui il popolo ebraico è rimasto vittima nel corso della storia: la scintilla di luce che scaturisce dalla lampada rappresenta l’inizio della rinascita per ogni singolo ebreo e per l’intero Israele.
L’evento di Palermo ha visto la partecipazione del Vescovo e dell’Imam, cosa che ormai si verifica ogni anno.
A Cosenza le strade della città sono state illuminate con luminarie a forma di menorah, mentre la Chanukkiah è stata accesa il giorno 27 in Piazza Kennedy, alla presenza del Sindaco e di tutte le autorità cittadine.
L’accensione è stata materialmente effettuata, oltre che da Rav Umberto Piperno, dal Vescovo, dall’Iman e da un rappresentane della Chiesa Calvinista perché, come ha affermato il Rabbino
Capo nel suo discorso “Se fosse prevalso l’ellenismo non ci sarebbero state le tre fedi monoteistiche”.
Commovente l’accensione a Ferramonti (Cosenza) ex campo d’internamento per Ebrei. Rav Umberto Piperno si è adoperato perché in quel luogo che ricorda una pagina così triste del nostro vissuto storico non mancasse una luce di speranza.
Il giorno 26 è avvenuta l’accensione pubblica a San Nicandro Garganico, dove il neo-rabbino Ariel Finzi si è recato con l’Assessore al Culto, spinto dal profondo attaccamento affettivo che lega questa nascente sezione alla comunità. Dopo l’accensione della chanukkiah, avvenuta all’esterno dei locali comunitari, la festa è proseguita con la degustazione di dolci tipici della tradizione ebraica e pugliese, con l’accompagnamento di musiche e canti, in un clima di calda fratellanza e serenità.
Il giorno seguente, il 27 dicembre, l’evento ha interessato Trani. La chanukkiah è stata accesa all’interno della suggestiva sinagoga medievale, piccolo gioiello architettonico, alla presenza di alcune famiglie giunte per l’occasione da altre località della Puglia.
A Napoli l’accensione pubblica si è avuta il 29 dicembre, come ogni anno in Piazza dei Martiri. Grande è stata l’affluenza di pubblico. Quest’anno la comunità partenopea ha voluto dare un significato diverso a questa festa, coinvolgendo il Goethe Institut, con il quale si è venuto ad affermare nel corso di questo ultimo anno uno stretto rapporto di collaborazione culturale, posando le basi per una conoscenza reciproca, nell’ambito di un progetto di apertura verso la cittadinanza voluto dalla presidente Lydia Schapirer. Gli studenti dell’Istituto di Lingua e Cultura Tedesca sono stati impegnati in un progetto culinario con i bambini della comunità: insieme hanno preparato nella cucina della comunità i biscotti tipici delle reciproche tradizioni, come segno di fratellanza universale tra i popoli.
Ma la cosa più originale è stata la partecipazione alla festa di alcuni membri del movimento Lubavitch. Pochi sanno che la tradizione dell’accensione pubblica della chanukkiah è stata inaugurata dal movimento Lubavitch. Fu il capo spirituale del movimento Rav Menachem Mendel Schneerson, ultimo Rebbe di Lubavitch, ad accendere la prima chanukkiah pubblica a New York negli anni ’70, diffondendo questa usanza in tutto il mondo ebraico. Rav Israel Piha ed alcuni studenti di una yeshivah americana hanno partecipato con gli Ebrei napoletani a questo momento di gioia, accompagnato dalla distribuzione di dolci e dalle musiche della tradizione ashkenazita.
In Piazza dei Martiri sono stati portati due candelabri e la loro contemporanea accensione ha voluto rappresentare la necessità per il popolo ebraico di essere uniti, superando qualsiasi divisione come i chicchi del melograno, un solo corpo, una sola anima come uno è haShem. Noi siamo l’olio che serve ad alimentare la lampada, essa rappresenta haShem. Come l’olio anche mescolato con altre sostanze simili conserva le sue caratteristiche mantenendosi sempre distinto e separato, noi Ebrei dobbiamo sì vivere con gli altri ma non perdendo la nostra identità religiosa e culturale. Soprattutto oggi che stiamo vivendo momenti tanto difficili per l’intera umanità, il miracolo di Chanukkah diventa un messaggio valido per tutti gli uomini, luce di speranza, luce di haShem che illumina le tenebre.

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