L’Assessorato
alla Cultura del Comune di Napoli nel mese di novembre ha promosso una serie di
visite guidate su percorsi insoliti, allo scopo di valorizzare il patrimonio
storico e artistico della città. Nell’ambito di questa rassegna sono stati
toccati alcuni luoghi inusuali ma non per questo meno caratteristici ed
interessanti: tra questi, il Cimitero delle Fontanelle, la Tomba di Virgilio,
gli Ipogei dei Virgini e della Sanità e il Vecchio Cimitero Ebraico. La Comunità
Ebraica di Napoli è stata ben lieta di aderire a questa iniziativa ed ha
collaborato affinché nelle domeniche del 1º e 8 novembre i cancelli del cimitero
fossero aperti alla cittadinanza.
Le visite,
guidate in maniera gratuita da alcuni membri della comunità, hanno riscosso un
discreto successo, sia per il numero dei visitatori sia per l’interesse
dimostrato verso la storia e la religione ebraica.
Il cimitero ebraico
di Napoli risale al 1863, quando la comunità in piena espansione demografica
giudicò necessario acquistare un terreno per la sepoltura nell’area di
Poggioreale. Nel 1874, essendosi ulteriormente ingrandita la comunità, il Consiglio
avanzò presso il Comune di Napoli la richiesta di acquisto dei terreni contigui.
La richiesta fu accolta ed i terreni furono venduti alla comunità per la somma
di 15.000 lire.
Attualmente,
purtroppo, il cimitero si presenta un po’ degradato: numerosi atti vandalici
(l’ultimo risale a pochi mesi fa) hanno prodotto la distruzione di diverse
tombe monumentali, creando un danno sia storico-artistico che economico, che la
piccola comunità non può fronteggiare.
Per i
visitatori è stata comunque un’esperienza emozionante: passeggiando tra le
tombe del vecchio cimitero hanno potuto assaporare una pagina di storia
napoletana a loro sconosciuta e attraverso il racconto delle guide rivivere le
vicende di quegli uomini e di quelle donne della comunità ebraica napoletana,
rendendoli non solo vivi nella memoria ma vivi davanti a haShem, perché per noi
Ebrei il cimitero non è il luogo della morte ma la «casa della vita».
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