Chi ha conosciuto Ermanno Cesana lo ricorderà come una persona
sincera. Vivace, irrequieto, cittadino del mondo, col suo accento bolognese,
particolare e pittoresco, aveva una sua personale visione della vita e del
sentirsi ebreo che lo rendeva unico.
Trasferitosi a Napoli circa 30 anni fa si è subito integrato nella
nostra Comunità insieme a sua moglie, la sig. Maria Luisa Palmieri.
Persona discreta, ha mantenuto sempre una certa riservatezza sul suo
passato e su quello della sua famiglia. Molti di noi erano già a conoscenza
della tragica storia di suo fratello Franco, quel partigiano bambino morto a
soli 13 anni durante un rastrellamento tedesco e insignito con medaglia di
bronzo alla memoria. Ma la cosa che mi ha sorpreso è stata la scoperta che
anche Ermanno e suo fratello Lelio facevano parte della brigata partigiana
Garibaldi ed anche lui è stato insignito di una medaglia al valore: in un’azione
contro i Tedeschi fu catturato, ma riuscì a fuggire sottraendo 400 documenti
d’identità in bianco.
Oggi voglio ricordare con profonda stima ed affetto questo piccolo
grande uomo, testimonianza del coinvolgimento degli ebrei italiani alla lotta
partigiana per la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazifascista.
Noi tutti Ebrei napoletani siamo stati orgogliosi di aver avuto
Ermanno come membro della nostra comunità. La sua figura di uomo apparentemente
fragile rispecchia l’immagine del popolo d’Israele, piccolo tra le nazioni ma
grande per i meriti e la forza.
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